Si tratta di un percorso molto impegnativo, che porta sul ciglio settentrionale della valle del bove, adatto solo a persone dotate di un discreto livello di allenamento. I periodi migliori per affrontarlo sono sicuramente la primavera e l'autunno. Durante l'estate si consiglia di provare di mattina presto per evitare il sole cocente, mentre in inverno non si consiglia di percorrerlo in quanto, anche se non fosse presente la neve, le temperature rigide renderebbero insidiosa la sabbia su cui si snoda la parte più impegnativa della salita.
Il percorso parte dal rifugio Citelli, a quota 1750 metri di altitudine. Lasciate l'auto nello spiazzo di fronte al rifugio e percorrete per qualche decina di metri la strada da cui siete venuti in auto, fino a trovare l'ingresso del tracciato sulla sinistra. Come purtroppo spesso accade sull'Etna, l'ingresso del sentiero non è ben indicato; in questo caso, l'unico elemento che indica la presenza del percorso è un segno di vernice rossa sul guard-rail!
Entrate dunque all'interno del boschetto; la parte iniziale del sentiero è molto facile, non molto pendente, con un percorso contrassegnato da molti segni rossi su alberi e pietre. All'uscita dal bosco, dopo alcuni metri si arriva di fronte alla colata lavica del 1928. Qui, guardando verso valle, si può osservare un panorama che dà l'idea della forza e della grandezza della natura: la capacità dell'Etna di distruggere e ricreare. Da qui si possono osservare gli antichi crateri (alcune centinaia di anni) già ricoperti nuovamente da pinete; i monti Sartorius, sorti durante l'eruzione del 1865, levigati dal tempo ma non ancora attaccati dagli alberi (tranne qualche pino solitario); la colata che stiamo risalendo, con le rocce ancora aguzze, destinate comunque ad essere ricoperte dalle piante o da una nuova colata lavica.
A questo punto risaliamo la colata, mantenendola alla nostra destra . Dopo un breve tratto, sarà possibile attraversarla e proseguire la salita lasciando la colata alla nostra sinistra. E' molto importante effettuare l'attraversamento della colata per evitare di trovarsi in punti pericolosi del tracciato, con pendenze elevate e fondo roccioso. La salita prosegue ancora per un po', con pendenza elevata e fondo sabbioso. La fine del tracciato è indicata da un bastone piantato nel terreno , a quasi 2400 metri di quota; a questo punto non resta che affacciarsi e contemplare questo spettacolo unico della natura, con i crateri sottostanti e le colate che si riversano nella valle , osservabili dall'alto senza alcun rischio.
Difficoltà: medio-alta
Dislivello: 600 m
Altezza massima: 2370 m
Distanza: 3 km
Tempo di percorrenza: 2 - 4 ore
Stagione consigliata: in assenza di neve
Abbigliamento tecnico : fortemente consigliato