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...e che non accadrà mai.

C'è un posto, sull'Etna, dove tutto funziona perfettamente. E' stato costituito il Museo della Civiltà Contadina etnea. I turisti vengono accompagnati lungo un percorso guidato che mostra i molti modi in cui la Montagna dava da vivere agli abitanti dei paesini pedemontani fino ad alcuni decenni addietro. Partono da un antica pineta, dove gli anziani del luogo mostrano il modo in cui si estraeva la resina dai pini e l'uso che si faceva di questa sostanza. Seduto su una panca, un falegname lavora alcuni pezzettini di legno provenienti dalla pineta stessa, usando gli strumenti di una volta per creare dei manufatti che i turisti possono acquistare direttamente dalle loro mani.

La tacca della neve di Pietracannone

Il punto che più stupisce i visitatori è l'antica "tacca della neve", una fossa rettangolare dove la neve viene pressata durante l'inverno, accuratamente coperta durante l'estate e quindi prelevata a blocchi. Questa neve viene portata giù a valle con dei carrettini, oggi elettrici ma un tempo trainati dai muli. I blocchi di neve venivano usati come refrigerante prima che si diffondessero i frigoriferi e i migliori pasticceri li usavano per produrre la granita siciliana! Praticavano un foro nel blocco, vi inserivano dentro un cestello girevole, qui versavano gli ingredienti e mescolavano fino a ottenere la consistenza desiderata. Questa tecnica viene oggi mostrata ai turisti nel rifugio a valle della pineta, dove le anziane donne del paesino servono ai visitatori delle granite preparate come 80 anni fa. Oltre a questo, è possibile acquistare i prodotti tipici di questa zona del vulcano: il miele, le conserve, la frutta, il vino, tutti prodotti in modestissime quantità in piccoli appezzamenti di terreno messi a disposizione dagli enti pubblici.

A questo punto possiamo svegliarci. Quello di cui abbiamo parlato ovviamente non esiste sull'Etna. Esiste a Stoccolma (lo Skansen), esiste in Estonia (museo della civiltà rurale), esiste sicuramente in molti altri posti nel mondo e potrebbe esistere anche sull'Etna. Ma al suo posto c'è un rifugio devastato, un sentiero abbandonato, una tacca della neve ormai ricoperta dalla vegetazione. Tutto questo si trova nel sentiero delle case di PietraCannone, tanto mal ridotto che un paio di anni addietro si è meritato un articolo su uno dei maggiori quotidiani nazionali. Si può sempre dire che le amministrazioni non fanno niente per valorizzare quello che abbiamo, ma noi nel nostro piccolo cosa facciamo?

sentiero verso monte Conca

Non basta dire "Io amo l’Etna perché è la prima cosa che guardo al mattino". Bisognerebbe fare qualcosa di più che raccoglierci le castagne in autunno e farci a pallate di neve in inverno. A tal proposito, ringraziamo Antonio e Lorenzo, che ci hanno inviato un altro sentiero tracciato da loro, contribuendo così a far conoscere un piccolo pezzettino del vulcano.

 
 

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